Mentre tutti parlavano del matrimonio del momento dei #Ferragnez in Italia stava per scoppiare un caso: Cristiano Ronaldo, il più forte giocatore al mondo (e nel digital) non aveva ancora segnato in serie A dopo le prime tre giornate. Certo il gol arriverà (dicevano) ma già alcune lamentele si alzavano velatamente. I gol sono arrivati (pochi) e ne arriveranno tanti altri, nel frattempo godiamoci i numeri social, quelli si che sono arrivati ed hanno preceduto i gol.
Su Instagram è secondo solo a Selena Gomez, ha più follower di Justin Bieber e su Twitter è nella top ten con più followers del presidente americano Trump. Se volessimo tradurre in numeri queste parole, possiamo affermare:
- Cristiano Ronaldo ha più di 330 milioni di persone che seguono i suoi aggiornamenti (l’Italia ha 60 milioni di abitanti).
- su Instagram conta 140 milioni di follower;
- su Twitter 74 milioni;
- su Facebook 122 milioni.
Ogni suo post social ha un valore economico stimato in 500 mila euro.
E la Juventus?
Su Facebook ha 33 milioni di fan, su Twitter 6 milioni e su Instagram 15 milioni. Solo in un giorno, dopo l’annuncio dell’acquisto di Ronaldo, la pagina Instagram ha visto aumentare i suoi followers di un milione e 400 mila, la pagina Twitter ha raggiunto quota un milione di nuovi fan e Facebook è cresciuta di 500 mila mi piace.
Ci sono stati migliaia di post prima dell’acquisto di Cristiano da parte della Juventus con Hashtag dedicati come #CR7, #CR7DAY, #CR7allaJuve, #seArrivaCR7.
Ma tutto questo cosa può portare agli sponsor?
Gli sponsor di Ronaldo sono tantissimi: Armani, Tag Heuer, PokerStars, Herbalife, Sacoor Brothers e Castrol i principali. Il più importante accordo commerciale del portoghese è però quello con Nike. CR7 ha stipulato col celebre marchio un contratto a vita, lo stesso firmato un paio d’anni fa dal campione NBA LeBron James.
Ad esempio sempre alla Juventus, nei giorni in cui si discuteva sull’acquisto del campione il titolo della società bianconera ha chiuso la giornata a 0,6875 registrando +3,2%, cioè uno dei risultati migliori degli ultimi quattro mesi.
Durante i quarti di finale dei Mondiali 1970 in Messico, Pelè si chinò per allacciarsi le scarpe, la telecamera fece uno zoom e il brand PUMA restò impresso negli schermi per 42 secondi.
Grazie ai quei 42 secondi le vendite aumentarono del 300% segnando uno dei primi momenti chiave per l’influencer marketing.
Stando a quanto riferito dall’agenzia Hookit, un post del Pallone d’Oro (Cristiano Ronaldo) raggiunge in media 2,3 milioni di interazioni. Di riflesso, il guadagno potenziale per l’azienda si misura in milioni di dollari.
In un mondo in cui, siamo everywhere e sempre connessi e dove la comunicazione sul digital oggi rappresenta troppi prodotti, troppa informazione, troppa concorrenza, troppi stimoli e troppe notizie fake diventa fondamentale per conquistare l’approvazione degli utenti due elementi imprescendibili:
l’influenza sociale e il passaparola.
Una ricerca condotta da Sprout social ha rilevato che il 75,3% delle persone acquista un prodotto perché lo ha visto attraverso qualche canale social. A tutti piace condividere storie, notizie ed informazioni. Chiacchieriamo con gli amici dei posti più belli da visitare, scriviamo recensioni sul cibo mangiato in un ristorante, postiamo notizie su Facebook, Twitter e Instagram. Quello che gli altri ci dicono o ci comunicano ha un effetto significativo quello che pensiamo, leggiamo acquistiamo e infine facciamo. Di conseguenza l’influenza sociale ha un peso enorme sulla possibilità di successo di prodotti, servizi e stili di vita.
Un feedback positivo su Tripadvsor porta più clienti al ristorante, un giudizio 5 stelle su Amazon fa vendere più prodotti, una persona ha più probabilità di smettere di fumare se un amico ha già smesso.
Il passaparola è più persuasivo; ci spinge a fidarci, ad ascoltare e a credere in quello che ci dicono (influenza sociale). Il passaparola è più mirato, tende a raggiungere gli individui che sono realmente interessati all’argomento in discussione.Quindi basta solo parlare e parlarne bene per decretare il successo di un prodotto?
Assolutamente no, dobbiamo essere in grado di contagiare e per contagiare intendiamo rendere contagioso un contenuto. Storie, notizie, informazioni, idee, prodotti che si diffondono con facilità, che hanno la probabilità di trasmettersi da individuo ad individuo grazie al passaparola e all’influenza sociale, qualcosa di cui si parlerà, sarà condiviso o imitato.
Parleremo di come essere contagiosi nei prossimi articoli, continuate a seguirci 😉