Per quanto i media si impegnino a convincerti che tutti i toscani parlino con la C aspirata, la calata dei neo-etruschi in realtà cambia prima ancora di passare da una provincia all’altra.
Per non rischiare di scambiare uno di Stagno per uno di Montelupo, causando ira funesta e anatemi irripetibili, certe sfumature vernacolari vanno sapute.
Specialmente quando si lavora nel mondo della comunicazione.

I brand che hanno provato a parlare toscano

Quando i grandi marchi decidono di entrare nel territorio toscano, spesso si trovano di fronte a una serie di insidie linguistiche e culturali che metterebbero in difficoltà anche i nativi.

È il 1981, il duo Luis Ciccogliani / Alessandra Mazzucchelli fa consulenza creativa a Fiat.
Per promuovere la leggendaria utilitaria, gira lo slogan “Panda sei grande” e durante questo meraviglioso e nostalgico spot personaggi di tutta Italia spiegano perché hanno scelto la Panda. Tra loro il viticoltore, l’artigiano, il cittadino, tutti chiaramente provenienti dalla provincia di Firenze.
Sta andando tutto bene, finché in chiusura tre ragazze in piazza dei Miracoli non esordiscono con un “gl’è una gran drittaha”.
Eh vabbè, ci hanno provato.

Ma questi errori da forestieri non sono appannaggio del millennio scorso, e un esempio lampante è quello di Estathé.
Il celeberrimo brand del gruppo Ferrero bussa alla porta di Livorno, patria dei più accaniti consumatori della bevanda, ma commette l’imperdonabile errore di inserire in grafica un piatto fiorentino.
Eresia.
A parte il fatto che si scrive dé, e comunque il lampredotto in piazza Mascagni non si è mai visto. Al massimo un 5 e 5.

Una regione, mille campanili

Ci sono due cose in cui noi toscani siamo maledettamente bravi: far da mangiare e starci su c@**o a vicenda.
Il campanilismo toscano è proverbiale, risaputo in tutta la penisola.
A distanza di pochi chilometri cambia il dialetto, la ricetta della trippa e naturalmente anche vicinissimi di casa diventano avversari fenomenali. Per non parlare dei contrasti interni nelle città di Palio…

Proviamo a riassumere con uno schema:

  • Pisa – ce l’ha con tutti e tutti ce l’hanno con lei
  • Livorno – Pisa e Firenze
  • Firenze – fa la grossa con i paesini di provincia, ma ne tocca dai capoluoghi, specialmente Pisa e Lucca
  • Lucca – Pisa
  • Siena – Arezzo e Firenze
  • Massa – Carrara (non importa che la provincia sia stata unita, anzi forse è peggio..)
  • Pistoia – Prato, e viceverse

Grosseto è talmente a sud che non la prendiamo neanche in considerazione, ma diciamo che ci stanno simpatici così possiamo continuare ad andare in ferie a Castiglione della Pescaia.

Dialetti

In iDNA siamo a malapena 20 anime, parliamo NOVE dialetti diversi, e “solo” 4 sono toscani.
Immaginatevi le nostre riunioni, dove questi idiomi locali si fondono in una cacofonia indecifrabile. Per farvi un’idea, qui la lista tremenda di dialetti e intercalari più usati da ciascuno:

Livornese:
Pisano: gaò
Butese: ghiàmine
Santacrocese: dìassa
Veneto: ghesboro
Modenese: vaccabòia
Varesotto: alùra
Pugliese: mo’
Siciliano catanese: mizzica
Volendo possiamo aggiungere alla lista anche il Milanese: taaac, top e altre abusatissime interiezioni tipiche del linguaggio markettaro, nativo della città meneghina

Le più accese dispute vengono fuori intorno al biliardino (calcio balilla, ndr), dove ogni scusa è buona per sfoderare insulti più o meno goliardici alla città dell’avversario. A volte anche dello stesso compagno di squadra, se la prestazione è poco soddisfacente.

L’uso del vernacolo in campagne pubblicitarie: case study in iDNA

Per ragioni territoriali, molti dei nostri clienti sono toscani. Alcuni di loro hanno scelto di sfruttare la riconoscibilità del dialetto per sviluppare concept creativi e campagne pubblicitarie, complice anche un target circoscritto a precise zone geografiche.

Motorteam: Se non l’hai capito, siamo a Livorno

Motorteam srl è una storica concessionaria di scooter e moto del gruppo Piaggio, Vespa, Moto Guzzi, Gilera e Aprilia.
L’inaugurazione di un punto vendita a Livorno è stata l’occasione perfetta per giocare con stereotipi tipicamente labronici come le infradito sempre ai piedi.

Gào: Toscana Ammodo Nostro

Se è buono e fatto bene, è ammodo. Non c’è parola più adatta per descrivere i gustosi panini e il finger food preparato da Gào, il food truck pisano che usa ingredienti tipicamente toscani per creare street food gourmet.

Probabilmente a quest’ora ti è passata la voglia di avere a che fare con i toscani, ma se riesci a scavalcare il nostro caratteraccio ti renderai conto che siamo anche capaci di cose ganzissime.
Siamo nati circondati da arte e bellezza e dotati -che tu la ami o la odi- di tanta simpatia. Forse anche per questo siamo bravi nel nostro lavoro?

Se ti va di scoprirlo, sai dove trovarci.

Ah non lo sai?