Pregi e difetti dell’internet advertising

Per fare pubblicità on line esistono molti strumenti tra cui scegliere. Il piano di comunicazione racconta l’azienda quanto una carena scintillante dica di una moto sportiva. É molto importante scegliere come raccontarci per non perdere tempo e denaro, o peggio per non far passare il messaggio sbagliato ai potenziali clienti. Sulla rete esistono molti strumenti gratuiti di comunicazione, ma fare pubblicità a pagamento ci consente di colpire il target di riferimento in modo esatto e avere riscontri più precisi in termine di ROI (ritorno degli investimenti).

Dobbiamo innanzitutto porci in modo chiaro in mente gli obiettivi che abbiamo. Aumentare visitatori? Attrarre più contatti? In base a questo cambia la nostra strategia.
Molto dipende poi dai metodi di misura per valutare i risultati, ma soprattutto dal budget investito.

Google Ads per migliorare le ricerche della propria azienda

È possibile investire in pubblicità con Google Ads, per creare annunci su google attraverso il “Pay per click”. Si possono acquistare spazi on line su siti internet (ma anche Youtube e client come Gmail o Libero). Oppure si possono pubblicare le proprie campagne sulle pagine dei risultati di Google. Si pagherà appunto per ogni click fatto dai visitatori. Possono essere fatte campagne display, con possibilità di targeting mirato, oppure campagne di ricerca. I risultati sono immediati, ma il costo del click è legato alle impression, in una sorta di asta telematica che definisce il prezzo.

Il funzionamento di Facebook Ads e degli altri social

Lo stesso accade per i Social Media Ads, Facebook Ads in primis permette di sponsorizzare prodotti o eventi sulle proprie pagine. Se l’obiettivo della campagna è quello di fare branding e creare negli utenti che non ci conoscono una domanda latente che potrebbe interessarli, i Social Media Ads sono la scelta migliore. Al contrario, se la domanda è consapevole la risposta Ads sulla rete di ricerca.
Queste forme di advertising sono fondamentali ma non sufficienti per il mondo dei media in continua evoluzione. La vecchia metodologia dei banner è sempre meno in voga, essendo molto costosa in relazione ai risultati prodotti, le nuove forme di pubblicità sono per l’appunto su video ed audio.

La pubblicità sui video di internet

É possibile da alcuni anni fare advertising sui video, sfruttando il fatto che YouTube è il più importante social trasversale tra le generazioni. Si definisce un target il più in linea possibile con quanto proposto nel video, questo comunque deve essere d’impatto per ottenere molte visualizzazioni. Si paga per ogni click, con la grande differenza che il link non indirizza ad altro sito, ma ad un video. Un click su Google non può costare meno di 0,30€, mentre su YouTube può essere anche di 0,05€. Dall’altra parte, un grave aspetto negativo di questa forma di pubblicità on line è però il fatto di essere “skippabile”: chiunque abbia esperienza di apertura di un video con advertising sa di dover attendere alcuni secondi per poter chiudere l’annuncio e vederne il contenuto, interrompendo in questo modo la visione e quindi l’attenzione.

Il digital audio advertising: la svolta

I difetti della pubblicità video non si ritrovano in quella audio, che rappresenta la nuova frontiera della pubblicità on line con un ottimo rapporto qualità prezzo e vantaggi impossibili da ottenere con altri media.
Basta prendere in considerazione Spotify: i suoi 9 milioni di utenti in Italia hanno un ascolto medio giornaliero di 126 minuti tra gli utenti free e spot pubblicitari non “skippabili” che all’utente arrivano in base alle modalità di ascolto e al targeting scelto dalle aziende che scelgono questa forma di advertising. Al pari della radio nella pubblicità off-line, il digital audio offre tanti vantaggi quali, per esempio, la possibilità di ascoltare mentre si guida o si svolgono attività domestiche e sportive, sia in streaming che in podcast. È poi un mezzo che riesce a coinvolgere molte generazioni differenti, permettendo una segmentazione assai accurata.

Non sappiamo cosa ci riservi il futuro, ma il presente ha sicuramente le cuffie alle orecchie.