I Millenials e gli iGen: Chi sono?

Nascere in un determinato periodo storico influenza inevitabilmente il modo di agire e pensare, incidendo persino sulle abitudini e sui gusti della persona. Per questo le generazioni sono così profondamente differenti tra loro, soprattutto nel modo di comunicare. Questo articolo prende in considerazione le generazioni digitali più contemporanee ed interessanti: i Millennials e la Generazione Z.

Con il termine “Millennials” (o Generazione Y) ci riferiamo a quella cerchia di utenti nati tra il 1980 ed il 1995, che ad oggi costituisce il 25% della popolazione mondiale. La caratteristica fondamentale dei Millennials è l’essere la prima generazione della storia che, in età adulta, presenta familiarità con la tecnologia digitale e i media. Generalmente si tratta di persone poco interessate alla politica, appassionate di Facebook, attente all’immagine ed al successo.
Ai Millennials succede la Generazione Z, quella dei nati dopo l’anno 1995, che presenta peculiarità assai differenti: quest’ultima generazione, nota anche come “iGen”, è stata la prima ad usufruire di internet sin dall’infanzia. In media gli iGen valutano la qualità e l’utilità delle informazioni ricevute in 8 secondi e prediligono una fruizione visiva dei contenuti. Sono intraprendenti, autonomi, curiosi ed individualisti; tengono molto alla loro privacy, soprattutto sui social, preferendo piattaforme come Snapchat e Instagram a social come Facebook, ormai relegato a strumento delle generazioni passate.

Digital marketing indiretto o print marketing?

Circa il 70% dei Millennials non visualizza completamente gli annunci su Youtube, resistendo solo fino a quando non è possibile saltarli. Nonostante l’impegno degli inserzionisti, non è un segreto che questa generazione stenti a tollerare gli annunci pubblicitari sulle piattaforme digitali. Questo ci pone di fronte ad un quesito ben chiaro: Coloro che si occupano di digital marketing sono destinati ad investire soldi in annunci pubblicitari digitali a cui nessuno presterà attenzione? Non necessariamente.

Se c’è un modo efficace per conquistare il pubblico dei Millennials, quello è il marketing indiretto. Ci riferiamo al concetto del “vendere senza vendere”, ovvero proporre consigli di valore più che annunci pubblicitari. Comprenderne i gusti e le esigenze, creando campagne marketing con informazioni utili che conquistano la loro attenzione: ecco la ricetta per fidelizzare un segmento di pubblico esigente come quello dei Millennials.
Notizie meno positive dalla Generazione Z, che è ancora più schiva dei Millennials. Gli iGen vanno studiati al meglio, per evitare madornali errori che potrebbero rovinare il risultato della più perfetta strategia di Digital Marketing. Questa generazione si compone di consumatori nomadi, che amano passare da un brand all’altro, alla ricerca del prodotto che più soddisfi le loro esigenze. Essendo più sensibili di altre generazioni alle tematiche e problemi globali, prediligono quelle aziende che umanizzano il loro lavoro e che fanno la differenza prendendo a cuore questioni di carattere sociale ed ambientale.

Il print marketing per convincere gli iGen

Uno studio interessante condotto da alcuni esperti di marketing, dichiara che per convincere i ragazzi della Generazione Z potrebbe servire tornare, almeno in parte, al print marketing. I motivi sono diversi:

  • Aumento della concentrazione: gli iGen sono abituati a messaggiare mentre ascoltano una canzone su Spotify e seguono un webinar su YouTube, ma solo quando hanno tra le mani un flyer di un brand, per esempio, sono in grado di dedicargli attenzione esclusiva;
  • Forma di marketing non tradizionale: avvezzi al digitale, in altre parole, i ragazzi della Generazione Z sarebbero attratti dall’uso (ormai) anticonvenzionale della carta, in quanto i contenuti digitali sono per loro legati ad un’idea di abbondanza e ubiquità;
  • Esperienza sensoriale e personalizzabile: il printed marketing ha una tangibilità tutta sua, quella normalmente collegata con l’odore della carta, le sensazioni al tatto, etc;

In conclusione, tutto sembrerebbe dimostrare che l’attrazione dei nativi digitali verso forme empiriche di media possa ancora permettere una pacifica coesistenza tra vecchi e nuovi strumenti di comunicazione.
Ma cosa ci attende dopo la Generazione Z?
E’ già nata: si chiama Generazione Alpha e corrisponde a quella dei bambini nati dopo il 2010: nascono con la tecnologia touchscreen e per questo sono già stati battezzati Screenager.